Capotosti (CA.RI.VIT.):“i livelli occupazionali non si toccano”
Paolo Capotosti, segretario Fabi: “Uscite anticipate dal lavoro solo su base volontaria”
Quasi il 70% di iscritti tra i dipendenti Carivit, quote anche superiori se si guarda l’intero panorama della Tuscia: i numeri sono la testimonianza di quanto pesi la Fabi (Federazione autonoma bancari italiani) nel mondo del credito. Detto tutto questo, segretario Capotosti, è il caso di tornare alla stringente attualità. “Stiamo seguendo con grande attenzione il processo di integrazione per tutelare tutti i colleghi. Che, non dimentichiamolo, furono i protagonisti, insieme al decisivo apporto di Cariplo prima e di Intesa dopo, del salvataggio della banca dopo i fatti del ’94 e la gestione, diciamo così, allegra che caratterizzò quegli anni. Ecco, anche per questo, i dipendenti avrebbero meritato un trattamento diverso. E migliore. Tornando ai giorni nostri, ci sono alcuna situazioni da valutare bene”. A che cosa si sta riferendo? “Faccio alcuni esempi concreti. Cariciv è presente con una sua filiale a Montalto di Castro, dove ci sono anche gli sportelli Carivit. E’ evidente che le due agenzie saranno fuse e che non potranno conservare integralmente lo stesso numero di addetti. Stessa situazione a Orte dove ci sono Carivit e Intesa. Come pure a Ladispoli, dove però continueranno ad esistere, perché sono posizionate in zone molto lontane. A Viterbo sparirà la Cariciv della zona di via Garbini che sarà inglobata dalla Carivit agenzia 3 di via Polidori. Insomma, ci sono una serie di problematiche che riguardano una ventina di colleghi (tra direttori e dipendenti di vario grado) da tener d’occhio”. Par di capire che il sindacato teme qualche colpo di mano… “No, non ho detto questo. Ma ribadisco un concetto fondamentale: non accetteremo uscite forzate dal lavoro, come invece avvenne in passato. Siamo e saremo sempre con i lavoratori che intendono lasciare prima l’impiego (e quindi all’utilizzo del fondo di solidarietà) solo su base volontaria. Anzi, colgo l’occasione per invitare pubblicamente i colleghi a segnalarci eventuali tentativi di forzatura da parte dell’azienda. I livelli occupazionali non si toccano: questo deve essere chiaro”. C’è un altro aspetto, al di là di quelli sentimentali, che preoccupa un po’ i dipendenti: la presenza sul territorio. “Ecco, questo è il punto nodale della questione: Carivit ha svolto per decenni un ruolo decisivo nell’economia della Tuscia. Attraverso una vicinanza concreta alle imprese e alle famiglie. Il mio auspicio è che tale funzione non solo venga accresciuta, ma se possibile anche ampliata. Prima si diceva che con aziende medie e piccole, serviva una banca delle stesse dimensioni. Oggi, non vorrei che una banca decisamente più grande dimentichi il suo fondamentale ruolo di sostegno ad un tessuto imprenditoriale che non è cambiato di molto. Un aspetto migliorativo va però evidenziato: le aziende che lavorano con l’estero sicuramente saranno agevolate dalla presenza di Intesa SanPaolo, di certo più incisiva sui mercati internazionali. Ecco, cerchiamo di cogliere questi lati decisamente positivi”. Restano le vicende sentimentali, per così dire…” In Carivit ci sto da 27 anni. E con me ci sono tanti altri colleghi con uguale se non maggiore anzianità: ecco, per tutti noi non sarà facile accettare che sparisca un marchio col quale siamo nati e al quale ci siamo inevitabilmente affezionati. Ci abitueremo anche a questo…”. Da Viterbopost 3 ottobre 2015 |